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L’arresto dei tre preti a Granada (ansa)
La magistratura di Granada ha formalizzato l’accusa dopo che un ex chierichetto oggi 24enne aveva raccontato al Pontefice gli abusi subiti tra i 7 e i 18 anni. Bergoglio lo ha rivelato di ritorno da Strasburgo: “Gli ho detto: vai dal vescovo. E poi ho scritto al vescovo”. Un altro caso a Saragozza, dove un ex diacono accusa un sacerdote di aver abusato di lui
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MADRID – L’impulso di Papa Francesco verso la “verità” ha portato a Granada, nella Spagna meridionale, all’incriminazione di tre preti e un insegnante di religione per abusi sessuali su minori. La magistratura spagnola è giunta a formalizzare l’accusa di pedofilia dopo che una delle vittime delle molestie, un ex chierichetto oggi 24enne, aveva scritto al Pontefice raccontandogli l’incubo vissuto tra i 7 e i 18 anni.
E Papa Francesco, durante il discorsohttp://www.repubblica.it/esteri/2014/11/25/news/il_papa_al_parlamento_europeo-101355462/
ma soprattutto a margine di quel viaggio, aveva fatto capire come qualcosa di grave, ma inevitabile, stesse per accadere.
Ieri, un chierichetto amico dell’autore della denuncia è a sua volta uscito allo scoperto lanciando le medesime accuse. I quattro erano stati arrestati lunedì e poi rilasciati su cauzione. Oggi l’incriminazione. La Chiesa spagnola nei giorni scorsi ha espresso la propria indignazione sul caso, confermando che è stato “proprio il Papa la persona più agguerrita nel portare alla luce” la vicenda.
Nel frattempo, un altro scandalo è pronto a deflagrare sui media a Saragozza, nel nord est della Spagna, dove l’arcidiocesi ha aperto una propria indagine sulle accuse rivolte da un ex diacono a un sacerdote che avrebbe abusato di lui. Secondo El Mundo, il Vaticano, informato anche di questo caso, ha fatto pressione sull’arcivescovo Manuel Urena perché rinunci a sanzionare l’ex diacono, a cui è stato chiesto recentemente di lasciare la Chiesa.
In un comunicato, l’arcidiocesi di Saragozza ha motivato quest’ultima richiesta con le “ragioni di salute” dell’ex diacono, aggiungendo che è partito un accertamento interno dei “supposti accadimenti”. Nel comunicato si spiega anche che il sacerdote accusato delle molestie vorrebbe adire le vie legali contro il suo accusatore e che la stessa diocesi ha versato a novembre la somma di 60mila euro all’ex diacono, ma senza precisarne la causale.
La Spagna, dunque, finisce nella lista dei Paesi in cui il clero ha esposto la Chiesa Cattolica allo scandalo della pedofilia, su cui Papa Francesco ha promesso la linea dura. Quella che il Pontefice ha perseguito dopo aver letto la missiva indirizzatagli dal giovane di Granada, che poi ha messo in moto la magistratura, in cui l’ex chierichetto ha raccontato degli abusi subiti, che vanno dai massaggi alla masturbazione a baci sulla bocca, tra i sette e i 18 anni di età.
“Malgrado i peccati dei suoi figli, la Chiesa non cerca altro che servire e rendere testimonianza alla verità” aveva affermato Papa Francesco davanti al Consiglio d’Europa di Strasburgo, in un passaggio dedicato agli abusi e crimini commessi da religiosi, “null’altro fuorché questo spirito ci guida nel sostenere il cammino dell’umanità”. Rivelando poi cosa si celasse dietro il dolore intriso in quelle parole sull’aereo che lo riportava a Roma.
“Ho ricevuto direttamente la notizia indirizzata a me. Così ho chiamato la persona e gli ho detto: Tu domani vai dal vescovo. E ho scritto al vescovo. Ho scritto di raccogliere la denuncia e cominciare subito a lavorarci, fare l’indagine e andare avanti”. E al giornalista che gli chiedeva cosa avesse provato nel venire a conoscenza di questi abusi, Papa Francesco aveva confidato: “Ho sentito un grandissimo dolore. Ma la verità è la verità. E non dobbiamo nasconderla”.