Ricche società con investimenti in tutti i settori. Compresi quelli banditi dalla Chiesa come i compro-oro. E gestioni spesso opache. Da Padova a Trapani, ecco la mappa del denaro delle diocesi
DI MICHELE SASSO
Il presidente dei vescovi italiani, Angelo Bagnasco, nel benedire il Family day contro la legge per le unioni civili è stato lapidario: «Mi sembra una grande distrazione del Parlamento rispetto ai veri problemi dell’Italia». Problemi poco etici e molto venali però si riscontrano anche nelle 227 diocesi italiane dove si nasconde un patrimonio di società private, quote azionarie, partecipazioni bancarie e imperi sanitari. Un mosaico di ricchezza così vasto solo parzialmente censito e gestito in maniera totalmente opaca, come racconta l’inchiesta de “l’Espresso” nel numero in edicola da venerdì 29 gennaio e già online per gli abbonati a Espresso+.
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