La Sala stampa: “Il cardinale Bertone non è indagato”. Una negazione che vale un’ammissione clamorosa: da oggi questa possibilità esiste. Ecco le domande cui l’inchiesta dovrà dare risposte
DI MARCO DAMILANO
REAZIONI
Il Vaticano indaga su se stesso, un sistema di potere interno che sfiora gli uomini al vertice
La Sala stampa: “Il cardinale Bertone non è indagato”. Una negazione che vale un’ammissione clamorosa: da oggi questa possibilità esiste. Ecco le domande cui l’inchiesta dovrà dare risposte
Il Vaticano indaga su se stesso, un sistema di potere interno che sfiora gli uomini al vertice
Il cardinale Tarcisio Bertone
«Il Vaticano conferma». Le parole del vice-direttore della Sala stampa vaticana arrivano alle undici del mattino mentre l’inchiesta dell’“Espresso” firmata da Emiliano Fittipaldi è già da qualche ora la notizia di apertura di tutti i principali siti di informazione e sta facendo il giro dei social network. Il Vaticano conferma, dunque. L’apertura di un’inchiesta formale sul conto di Giuseppe Profiti, ex presidente della fondazione Bambin Gesù, e di Massimo Spina, ex tesoriere, con gravissime ipotesi di reato: peculato, appropriazione e uso illecito di denaro.
La seconda comunicazione della Sala stampa vaticana riguarda Tarcisio Bertone: «Il cardinale non è indagato». Una non-notizia, in apparenza, perché – come ha scritto “L’Espresso” – in nessun caso Bertone potrebbe essere indagato dalla giustizia ordinaria, come cardinale gode di una speciale Cassazione vaticana cui spetta, eventualmente, il compito di aprire l’inchiesta. Ma la negazione vale un’ammissione clamorosa: da oggi questa possibilità esiste. Soltanto l’idea che un cardinale, già segretario di Stato, dunque premier della Santa Sede, guida della Curia che dirige la Chiesa universale e numero due del papa, possa essere indagato dal Vaticano poteva fino a oggi assomigliare a un romanzo fantapolitico, un esercizio di fantasia. Invece è realtà.
L’ennesimo colpo di scena che scuote il Vaticano, dopo il primo Vatileaks, le dimissioni di papa Ratzinger, l’elezione di papa Bergoglio, l’uscita del libro di Fittipaldi “Avarizia” in cui si rivelava per la prima volta che la fondazione Bambin Gesù aveva stanziato 200mila euro per ristrutturare l’attico del porporato, il processo ora alle battute finali in cui il giornalista dell’“Espresso” è imputato accanto a Gianluigi Nuzzi (autore di “Via Crucis”) e ai presunti “corvi” annidati in Curia.
Il Vaticano indaga su se stesso, su un sistema di potere interno, sfiora gli uomini al vertice. C’è un cardinale che accetta di farsi ristrutturare l’appartamento con i fondi della fondazione Bambin Gesù guidata da un suo fedelissimo. Bertone ha detto per mesi di non saperne nulla, i documenti pubblicati sul nostro settimanale lo contraddicono. Il legale dell’ex segretario di Stato, l’avvocato Michele Gentiloni Silveri, replica con una lunga nota. Nella lettera di Bertone «si chiarisce al prof. Giuseppe Profiti che la volontà di Sua Eminenza è quella di nulla porre a carico della Fondazione Bambino Gesù, comunicandogli al contempo che sarà cura del cardinale Bertone stesso di procedere alla ricerca di finanziamenti per lavori da espletarsi nell’appartamento. Successivamente il cardinale Bertone, non avendo ricevuto sussidio da parte di terzi, ha pagato personalmente l’importo richiesto dal Governatorato in relazione ai lavori effettuati nell’appartamento a lui assegnato e di proprietà di quest’ultimo. Il cardinal Tarcisio Bertone ribadisce di non aver mai dato indicazioni, o autorizzato, la Fondazione Bambino Gesù ad alcun pagamento in relazione all’appartamento da lui occupato e di proprietà del Governatorato».
Ma la nota non nega, anzi conferma l’autenticità della lettera di Bertone. E c’è da chiedersi se mai sarebbe stata resa nota all’opinione pubblica senza le inchieste giornalistiche di Fittipaldi. In secondo luogo, resta da chiarire, se è vero che il cardinale ha saldato i suoi conti con il governatorato vaticano, 300mila euro, e dichiara di poter esibire le fatture, come mai spuntano altri 422mila euro sborsati dalla fondazione Bambin Gesù per ristrutturare l’appartamento di Bertone e girati al conto di una holding londinese intestato al costruttore Gianantonio Bandera che ha effettuato i lavori, amico personale del cardinale?
Di tutte è la domanda più inquietante cui dovrà rispondere l’inchiesta del Vaticano, appena all’inizio. Decisamente più carica di sviluppi per gli equilibri curiali del processo Vatileaks. È l’ultimo paradosso di questa giornata particolare, dentro e fuori le Sacre mura. «Il Vaticano conferma» che quel che ha scritto Emiliano Fittipaldi sull’ “Espresso” è vero. Lo stesso Fittipaldi che il Vaticano sta processando da mesi con l’unica colpa di aver fatto il suo lavoro: cercare e pubblicare notizie.